Metodo Gae Aulenti
«Quando è di moda il rosso, sento il desiderio irresistibile di vestirmi di verde».
Uno statement, una frase paradigmatica di una designer motivata dalla voglia di contrasto, di andare in marcia inversa rispetto al mondo che la circonda, con la testa di una donna che vive dei propri pensieri.
Triennale Milano
Tra le più determinanti figure femminili del design italiano, Gae Aulenti ha uno spirito creativo libero e forte. Formatasi da architetto, attraversa le battaglie politiche e le storie d'amore, i viaggi e le commissioni lavorative in una vita di progettazione costante, ispirata dall'ingegno in ogni sua forma e dalla volontà di sperimentare che non la abbandona mai. Sperimentazione applicata ad ampio spettro, dalla scenografia alla grafica, dal disegno al design di prodotto fino alla pura architettura.
Una grande retrospettiva, la prima a lei dedicata, è stata inaugurata alla Triennale di Milano, che la omaggia attraversando le sue principali tappe professionali (e personali) in un percorso essenziale modellato sulla ricreazione degli allestimenti progettati dalla designer. Dalle prime installazioni per Olivetti e Fiat a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, fino agli interventi urbani a Milano e Napoli intorno al Duemila, passando per i progetti di mostre e grandi teatri.
Gae AulentixOlivetti
Eclettica e rivoluzionaria, Gae Aulenti disegna ciò che vede, pensando allo spazio come a un palcoscenico su cui far esibire gli oggetti. Lo spettacolo che mette in atto non è però frutto dell'improvvisazione o di uno schema mentale precostituito, ma di una minuziosa ricerca sul contesto all'interno del quale inserisce il proprio lavoro. L'ambiente circostante, le precedenti architetture, la natura e la storia: tutti elementi intimamente collegati e armoniosamente coordinati nei suoi progetti.
Anni di scontri e di viaggi, di confronti con il genere maschile e con la città, con il mondo intero. Un modello di donna forgiato negli anni di piombo che rimane allo stesso tempo modernissima nel suo modo di esprimere la propria creatività, lasciandoci in eredità non solo gli oggetti e gli ambienti da lei progettati, ma soprattutto la forza della sua determinazione.